venerdì 1 febbraio 2008

Eco edifici in rete. I progetti di Enea

Il ''distretto energetico'' proposto dall'Enea, la chiave tecnologicaper realizzare efficienza energetica e ridurre le emissioni di gasserra. 28 dicembre 2007 - Eco-edifici collegati in rete fra loro, inun sistema integrato intelligente, con tecnologie innovative chetagliano i consumi di energia e di CO2, oltre a ridurre la bolletta.Questa in sintesi l'ipotesi del cosiddetto ''distretto energetico''proposto dall'Enea, la chiave tecnologica per realizzare efficienza epresentata il 19 dicembre a Roma in un workshop ad hoc. Gliecobuilding, che potrebbero diventare gli stessi nodi delle cosiddette'smart grid', le reti intelligenti del futuro. ''Anche nel nostroPaese va diffusa, come nel Nord Europa - spiega Luigi Paganetto,presidente dell'Enea - la cultura dell'autoproduzione di energianell'edilizia'', a partire dall'uso delle fonti rinnovabili. Per il 2008 l'Ente per le nuove tecnologie e l'ambiente pensa dilanciare un progetto pilota per riqualificare dal punto di vistaenergetico un complesso di edilizia popolare a Biella (che potrebbepoi essere copiato, visto che sono circa 1 milione le unità abitativedi questa categoria) e l'edificio sede dell'Autorità per l'energiaelettrica e il gas a Roma.Nasceranno invece ex novo gli "ecobuilding" di Rossano Calabro(Cosenza). Il progetto più importante sarà quello dell'OspedaleMaggiore di Milano, guidato dall'azienda Techint, da oltre 160 milionidi euro. Sono previsti dieci edifici ecoefficienti e una reteenergetica con generazione distribuita da fonti rinnovabili (sistemadi produzione e distribuzione basato sulla creazione di un network acui sono collegati piccoli impianti) e un sistema di illuminazione adalta efficienza controllato da remoto.Tra le proposte c'è la "Cittadella dell'efficienza" a Brindisi, cheattende solo l'ok della Regione Puglia. Il polo includerà laboratoridi ricerca, università, aziende e un centro Enea. Per il Gruppo Coin,che conta tra Coin e Oviesse circa 300 centri commerciali, l'Ente staper lanciare un progetto per realizzare un centro "pilota"sull'illuminazione led ed ecoclimatizzazione. Nel Lazio invece è allostudio un'iniziativa per creare il "Paese della luce": tra i"papabili" c'è Anguillara (Roma). Infine, nel distretto industriale diCivita Castellana (Viterbo) che produce ceramica, L'Enea mira a creareuna rete per la generazione distribuita per abbattere i costidell'energia."La ricerca è essenziale anche per la costruzione degli edifici - haaffermato Luigi Nicolais, ministro dell'Innovazione nella pubblicaamministrazione - e l'efficienza energetica è ormai un fattoreimportante anche dal punto di vita economico, interessante per ilcompratore'".''In questo momento la logica dell'efficienza si basa sulla singolalampadina o l'infisso - spiega Mauro Annunziato, direttore dell'unitàsupervisione sistemi energetici del Dipartimento energia dell'Enea -noi puntiamo a mettere l'edificio in un contesto, il distrettoenergetico, tramite l'integrazione delle tecnologie. Il progetto sichiama Power park''.Attualmente sono circa 15 i progetti a cui lavora l'Ente di ricerca''per dimostrare che un altro tipo di sviluppo è possibile, mettendoin grado un team di aziende di replicare tecnologie di sistema''afferma Annunziato, che conclude ''l'obiettivo è realizzare un sogno:produrre nella nostra casa tutte le energie di cui si ha bisogno nelmodo più economico ed efficiente''.La progettazione Enea include varie tecnologie e puntaall'applicazione nei diversi settori, dal residenziale all'industria,fino al terziario. Ad ognuno la sua ''ricetta'' energetica, la piùecologica possibile.
Efficienza energetica e qualità costruttiva: il futuro dell'edilizia è questo?La pianificazione urbana è fondamentale, perché permette di orientaree stabilire come gestire gli spazi. Gli altri due passaggi necessariper l'efficienza energetica sono la coibentazione dell'involucro e lascelta degli impianti. Non dimentichiamo che l'energia più economica equella che viene risparmiata". Manca ancora negli operatori unacoscienza comune nel considerare l'efficienza energetica, l'unicachance non solo per l'ambiente, ma per la qualificazione degli edificinuovi e la riqualificazione dell'esistente.Il convegno ha carattere itinerante. Poiché la filosofia deglioperatori dell'efficienza energetica, è contribuire a sensibilizzaregli addetti del settore immobiliare, il convegno verrà organizzatoanche in altre città. Ecco il calendario:29 febbraio 2008 – Brescia27 marzo 2008 - Treviso10 aprile 2008 – Prato17 aprile 2008 – Torino15 maggio 2008 – Roma04 giugno 2008 - Rimini30/1/2008Anche sulle porte d'ingresso la detrazione del 55% per risparmio energeticoLa detrazione fiscale del 55% per interventi finalizzati al risparmioenergetico in edifici esistenti è valida anche per le ported'ingresso. A darne conferma è l'Enea (Ente per le nuove tecnologie,l'energia e l'ambiente), che in qualità di consulente scientifico delMinistero dello Sviluppo Economico ha precisato che le detrazioni,oltre che alle finestre comprensive di infissi, sono applicabili anchealle porte d'ingresso.In questo modo, il Ministero per lo Sviluppo Economico e l'Eneamostrano di aver recepito le istanze del Gruppo Porte d'Ingresso diEdilegno, associazione appartenente a Federlegno-Arredo, che haprofuso grande impegno e lavoro per raggiungere questo risultato moltoimportante per il settore.Da tempo, infatti, Federlegno-Arredo ed Edilegno avevano intrapresoun'azione presso il Ministero dello Sviluppo Economico, il Ministerodell'Economia e l'Enea, affinché le porte d'ingresso potessero essereequiparate, in termini di trasmittanza termica, alle finestre che giàbeneficiano della detrazione fiscale del 55%.La detrazione fiscale è oggi applicabile anche alle porte d'ingressosia nel caso non abbiano superfici trasparenti o vetrate, sia nel casovi sia una parte vetrata, come per esempio nelle porte-finestre. Inentrambi i casi, infatti, i valori di trasmittanza da rispettare sonoassimilabili a quelli delle finestre comprensive di infissi.Condizione indispensabile alla detrazione, comunque, è che il localeprotetto dalla porta sia riscaldato. Per esempio, la porta di un boxauto non può godere dell'agevolazione, dal momento che non si trova intale condizione.Per le porte, come anche per le finestre comprensive di infissi, èconfermato lo stesso limite di detrazione già in vigore nel 2007, valea dire 60.000 euro. Inoltre, nel caso di sostituzione di porte ofinestre in singole unità immobiliari, non sarà più richiestol'attestato di certificazione o qualificazione energeticadell'immobile.Gli sgravi fiscali del 55%, previsti dalla Legge Finanziaria, perinterventi finalizzati al risparmio energetico in edifici esistentisaranno validi per tutti gli anni 2008, 2009 e 2010. L'agevolazionefiscale può essere ripartita in un numero di quote annuali di pariimporto non inferiore a tre e non superiore a dieci, a sceltairrevocabile da parte del contribuente all'atto della primadetrazione.Entro il 28 febbraio 2008 il Ministero per lo Sviluppo Economico dovràemanare un decreto specifico con l'aggiornamento dei valori ditrasmittanza termica da rispettare nell'attuazione degli interventi.Per il triennio 2008-2009-2010 restano inoltre confermate anche ledetrazioni fiscali del 36% entro un massimo di 48.000 euro per unitàimmobiliare.Fonte: Federlegno - Arredo
Il principio di precauzione
Riconosciuto dalla Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente e losviluppo di Rio de Janeiro nel 1992, come diritto e obbligo degli Stati, il principio di precauzione,trova riferimento esplicito nelTrattato della Comunità europea (modificato dal Trattato di Amsterdam,art. 174), che così recita: "La politica ambientale della Comunità inmateria ambientale mira a un livello elevato di tutela, tenendo contodella diversità delle situazioni nelle varie regioni della Comunità.Essa è fondata sui principi della precauzione e dell'azionepreventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria allafonte, dei danni causati all'ambiente, nonché sul principio "chiinquina paga"...".I Governi dei 15, riuniti nel Consiglio del 13 aprile 1999, hannoinvitato la Commissione a "essere in futuro ancora più determinata nelseguire il principio di precauzione" ed il Parlamento europeo hasottolineato "l'importanza dell'applicazione del principio diprecauzione" riaffermando "l'esigenza fondamentale di un approccioprecauzionale nell'ambitodel See (Spazio economico europeo) allavalutazione delle richieste di commercializzazione degli organismigeneticamente modificati che si intendono inserire nella catenaalimentare" (Risoluzione del Comitato parlamentare misto dello Spazioeconomico europeo, 16 marzo 1999).La Commissione europea , da parte sua, ha presentato al Parlamentoeuropeo, al Consiglio e agli Stati membri una Comunicazione sul"principio di precauzione" - Com(2000)1 del 2 febbraio 2000 - alloscopo di favorire un chiarimento sulla natura e la portata di questoprincipio.L'applicazione del principio di precauzione comporta, in sostanza,l'adozione di decisioni cautelative allorquando, in presenza dirischi gravi o irreversibili, non sia ancora possibile stabilire concertezza, sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili,un'esatta relazione tra causa ed effetto.Lo stesso principio di precauzione è stato considerato elementofondante della proposta presentata dalla Commissione europea per larevisione in corso della direttiva 90/220/Cee sull' emissionedeliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati.Sull'applicazione del principio di precauzione, sembrano ancorasussistere incertezze circa la sua applicazione da parte delleautorità nazionali, soprattutto in relazione alle evidentiimplicazioni di carattere economico e sociale.La Comunicazione della Commissione, indicando i fattori che "attivano"il ricorso al principio di precauzione può costituire un contributo alsuperamento di tali incertezze.L'attivazione del ricorso al principio di precauzione dipende,sostanzialmente, dalla mancanza o dalla disponibilità parziale ditutti gli elementi necessari per effettuare la valutazione del rischiodi un fenomeno, di un prodotto o di un processo.La valutazione del rischio si articola nelle seguenti quattro fasi,che appaiono tra loro correlate logicamente cal fine di pervenire aduna stima il più possibile rigorosa: a) identificazione del pericolo:individuazione degli effetti negativi e del tipo di danno potenziale(per la popolazione, per i consumatori per l' ambiente, per le specieanimali); b) caratterizzazione del pericolo: quantificazione deglieffetti negativi sulla popolazione e sull'ambiente, attraversol'osservazione del rapporto tra livello di esposizione e gravità deglieffetti (ad esempio tossicità osservata" su popolazioni sperimentali adosi prestabilite); e) valutazone dell'esposizione: valutazione dellevie di esposizione e determinazione quantitativa dell'esposizioneprevedibile; d) caratterizzazione del rischio: stima della probabilitàe della frequenza degli effetti negativi sulla popolazione esull'ambiente, attraverso il confronto tra effetti osservati edesposizione prevedibile.La valutazione del rischio è utilizzata per l'assunzione delledecisioni in materia di autorizzazione di prodotti potenzialmentepericolosi (pesticidi biocidi, sostanze chimiche pericolose eorganismi geneticamente modificati). Non sempre, però, sonodisponibili tutti i dati o, ancor meglio, tutte le conoscenzescientifiche necessarie per prevedere gli effetti potenziali sull uomoe sull'ambiente, l'esposizione che si può determinare in relazioneall' uso di un prodotto e il rischio conseguente. La carenza diconoscenze scientifiche che per effettuare una completa valutazionedel rischio è avvertita soprattutto in alcuni campi specifici comequello del rilascio di organismi geneticamente modificati (Ogm)nell'ambiente.II ricorso al principio di precauzione presuppone l'esistenza di "unavalutazione scientifica del rischio che, per l'insufficienza dei dati,il loro carattere non concludente o la loro imprecisione, non consentedi determinare con sufficiente certezza il rischio in questione".Conseguentemente, le misure di protezione adottate in base alprincipio di precauzione non possono che avere un carattereprovvisorio, collegato, evidentemente, all'evoluzione delle conoscenzescientifiche o alla disponibilità di dati pertinenti e attendibili."L'onere della prova", così come avviene per le autorizzazioni deipesticidi e dei biocidi, spetta comunque alle imprese interessate, eil rischio di un prodotto potenzialmente pericoloso è consideratoinaccettabile fino a quando non sia dimostrato il contrario.

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